Riccardo Mazzeo
In Italia è piuttosto raro che un saggio, e in particolare un saggio che
parli di scuola, balzi in cima alle classifiche dei libri più venduti e rimanga fra
i best-seller per mesi. Ebbene, quest’anno una cosa del genere è successa con
il libro di PaolaMastrocola, una insegnante di ginnasio e piacevole narratrice,
Togliamo il disturbo. Saggio sulla libertà di non studiare.
L’autrice rivolge le sue
critiche vibrate anche a Don Milani, autore di
Lettera a una professoressa,
del
1967, e a Gianni Rodari, che nel 1973 aveva pubblicato
Grammatica della
fantasia,
il primo famoso per la sua insistenza nel fornire un’istruzione anche
ai ragazzi meno fortunati, quelli che per origini familiari non possedevano
gli strumenti per farcela, il secondo per l’accento che pone sull’elemento
ludico attraverso cui i bambini possono dare la stura alla propria capacità
inventiva e creatrice. Se la prende poi con il nostro più grande linguista,
Tullio De Mauro, ex ministro dell’istruzione, che «voleva una scuola utile,
dei saperi pratici, concreti, spendibili». E parlando dello studente ideale,
indica l’unico dei suoi 25 allievi che quando viene interrogato «ripete tut-
to quello che avevo detto io». Nonostante la sua capacità di sintonizzarsi
con la «pancia» dei genitori e degli insegnanti italiani, giustamente stufi e
preoccupati nel vedere i ragazzi sempre più catturati da Facebook e dalle
mode che si rinnovano di continuo, io sono rimasto stupito dal successo
di un libro che tratta la scuola italiana, col suo milione di persone spesso
Dalla chiusura mentale alla
«rivoluzione permanente»
Capitolo quarto
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