Dalla chiusura mentale alla «rivoluzione permanente»
31
individuare le tendenze culturali fino allora incipienti, rudimentali e appena
visibili, si accorse (già più di cinquant’anni fa!) dell’imminente «rivoluzione
educativa». Come avevo accennato nella conversazione precedente, egli iden-
tificò tre livelli nell’insegnamento/apprendimento. Al livello più basso, c’è
quello che sembra preferire Paola Mastrocola: gli alunni ripetono parola per
parola quel che gli insegnanti hanno detto loro: «l’apprendimento meccani-
co», la memorizzazione che fortifica contro qualunque informazione che si
ponga in contraddizione o sia semplicemente inopportuna e che viene dun-
que considerata «irrilevante»… potremmo definirla la produzione dei tipici
missili balistici. A un secondo, più alto livello, Bateson situa la formazione
delle cornici cognitive e le predisposizioni che consentono di orientarsi in
situazioni prima di allora non familiari, e che favoriscono l’assorbimento,
l’assimilazione e l’incorporazione di nuova conoscenza. Questo potrebbe
essere definito il tipo di insegnamento/apprendimento volto alla produzione
di «missili intelligenti». Esiste, comunque, suggerisce Bateson, un terzo livello
ancora più elevato di apprendimento: quello di padroneggiare il momento
in cui i «dati anomali» diventano troppo numerosi per essere liquidati come
aberrazioni e quindi trascurati, e quando è necessaria una revisione radicale
della cornice cognitiva per accomodare o dare un senso a tutto questo.Qualche
tempo dopoThomas Kuhn
1
definì questomomento «rivoluzione scientifica»
e suggerì che qualunque progresso nella conoscenza è destinato a trascinarsi
da una rivoluzione del genere a un’altra. Secondo me oggi siamo proiettati
in una condizione perpetuamente «rivoluzionaria». La nostra conoscenza è
in uno stato di «rivoluzione permanente». Per quel che riesco a coglierne,
il modello d’insegnamento di Mastrocola è in simili condizioni una ricetta
per disabilitare piuttosto che per abilitare i ragazzi a raggiungere e abitare il
mondo degli adulti. E l’invariabile obiettivo dell’educazione era, è e rimarrà
in ogni epoca la preparazione di questi giovani alla vita nelle realtà a cui sono
destinati ad accedere. Per essere preparati, hanno bisogno di un’istruzione che
sia «utile, dei saperi pratici, concreti, spendibili», per usare l’espressione di
Tullio De Mauro… E per essere «pratica», una scuola di qualità ha bisogno
di essere esposta a, e di diffondere, apertura e non chiusura mentale.
1
Epistemologo statunitense avverso a Karl Popper. L’ultima sua opera pubblicata in italiano
è
Dogma contro critica. Mondi possibili nella storia della scienza,
a cura di Stefano Gattei,
Milano, Raffaello Cortina, 2000.
[ndc]