Dalla chiusura mentale alla «rivoluzione permanente»
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più velocemente di quanto i missili possano volare e ancora di più qualora
possano muoversi irregolarmente, in un modo imprevedibile che mandi a
monte qualunque calcolo preliminare della traiettoria richiesta. In questi
casi ci vuole un missile intelligente — un missile che possa cambiare la sua
direzione in pieno volo a seconda delle mutevoli circostanze, un missile che
possa localizzare immediatamente gli spostamenti del bersaglio, apprendere
da essi tutto ciò che occorre e che può essere desunto dalla direzione e dalla
velocità attuali del bersaglio — ed estrapolare dalle informazioni raccolte il
punto in cui le loro traiettorie possono incrociarsi. Questi missili intelligenti
non possono sospendere, e tanto meno porre fine, alla raccolta e alla elabo-
razione delle informazioni durante il percorso — poiché il loro bersaglio
non smette mai di muoversi e di modificare la direzione e la velocità — e
l’operazione di seguire il luogo dell’incontro deve essere costantemente
aggiornata e corretta.
Potremmo dire che i missili intelligenti seguono la strategia della «ra-
zionalità strumentale» ancorché per così dire nella sua versione liquefatta,
fluida; vale a dire, abbandonando l’assunzione che la loro finalità sia data,
fissa e immutabile per tutta la durata dell’azione e che quindi solo i mezzi
debbano essere calcolati e manipolati. I missili intelligenti non devono essere
confinati a un bersaglio selezionato ma possono perfino scegliere i bersagli
durante il loro percorso. Essi devono essere guidati dalla considerazione di
quel che è il massimo attingibile date le loro capacità tecniche e dati i bersagli
potenziali a tiro che essi sono meglio equipaggiati a colpire. Questo sarebbe,
potremmo dire, il caso di una «razionalità strumentale» rovesciata: i bersagli
vengono selezionati durante la corsa del missile, e sono i mezzi disponibili
che stabiliscono quale bersaglio verrà scelto. In un caso del genere la «intel-
ligenza» del missile in volo e la sua efficacia trarranno beneficio dall’avere un
equipaggiamento di natura alquanto «generalistica» o «non impegnata», non
focalizzata su alcuna specifica categoria di obiettivi, e neppure apertamente
programmata per il raggiungimento di un particolare tipo di bersaglio.
Imissili intelligenti, a differenza dei loro antichi cugini balistici,
appren-
dono durante il percorso.
Quindi, ciò di cui innanzitutto hanno bisogno di
essere provvisti è la
capacità
di imparare e di imparare rapidamente. Questo
è ovvio. Ciò che è meno visibile, quantunque non meno cruciale dell’abi-
lità di apprendere velocemente, è la capacità di
dimenticare
all’istante quel
che era stato appreso prima. I missili intelligenti non sarebbero tali se non