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pevoli, specifici rispetto al compito e guidati dagli obiettivi di
apprendimento, aiutando a:
• concentrare l’attenzione sui concetti chiave;
• condensare grandi quantità di informazioni complesse in
insiemi più piccoli, più semplici e meglio organizzati;
• evidenziare le associazioni tra concetti;
• fornire chiavi di lettura e significato;
• sviluppare fiducia nelle proprie capacità di padroneggiare il
materiale.
Un buon passo verso lo studio efficace è il passaggio dagli
obiettivi di apprendimento quantitativi a quelli qualitativi. È
infatti importante non focalizzarsi sulla «quantità» di infor-
mazioni da acquisire, spesso misurata in pagine: «Per domani
devo leggere X pagine». Sebbene questo sia utile dal punto di
vista della gestione del tempo, non può essere l’unico modo
con cui si valutano i propri progressi. Si tratta invece di valutare
la
qualità
delle informazioni che si apprendono e, soprattutto,
quanto in seguito si riesce a rievocare e applicare nel rispondere
alle domande dell’esame.
Che forma e struttura dovrebbero avere i propri materiali
per lo studio? I sussidi più semplici sono gli appunti, le sintesi e
gli schemi. Modalità più raffinate per visualizzare e comprendere
la complessità, invece, sono i diagrammi ad albero o di flusso,
le matrici e le mappe concettuali.
Creandosi da soli i materiali per lo studio, trasformando
le informazioni e facendole proprie, si gettano le fondamenta
per costruire una conoscenza basata sulla comprensione, non
sulla memorizzazione che, per quanto indispensabile, spesso
non è sufficiente.
Una tecnica utile per impostare efficacemente il proprio
studio può essere quella descritta come
SQ4R
, che prevede
un maggiore investimento di tempo ma permette di ottenere
migliori risultati
(Johns e McNamara, 1980; Robinson, 1970)
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