Azione didattica come emissione di contenuti
La storia delle argomentazioni che hanno come oggetto l’insegna-
mento e la scuola evidenzia come, per millenni, si sia pensato agli
apprendimenti disciplinari come ad un travaso di oggetti di conoscenza
da qualcuno che li possiede a qualcuno che non li possiede (ma che si
vorrebbe potesse possederli). Possiamo vedere il primo attore di questa
classica ed abusata metafora come una «fonte» ed i secondi come dei
«vasi» più o meno vuoti: se il liquido esce abbondante dalla fonte ed è
ben indirizzato, allora, necessariamente, qualche vaso riuscirà a riem-
pirsi (qualcuno un po’ meno, qualcuno per nulla). In questa metafora,
mutando quel che c’è da mutare, ritroviamo molti esempi di didattiche
che hanno assunto, nei secoli, vari nomi.
L’attività degli apprendisti-vasi consiste solo nel cercare di accoglie-
re il liquido versato, di buon grado. Mentre l’attività del competente-
fonte consiste nel versare il più copiosamente possibile, semmai in più
direzioni ed in più modi.
L’azione del versare liquido ha successo se tale liquido esce copioso
e se, soprattutto, è della quantità e qualità stabilita dalla società che
decide di esprimere la propria scuola in questi termini; per esempio,
qualità e quantità di... liquido stabilite da secoli e secoli per mezzo di
programmi, programmazioni, curricoli, indicazioni e quant’altro.
ELEMENTI PER LA
FONDAZIONE DELLA
DIDATTICA DISCIPLINARE
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