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Elementi per la fondazione della Didattica disciplinare
Questa azione non è una banale ripetizione, ma è un vero e proprio
atto creativo, giacché deve tenere conto della singolarità dell’allievo e
della situazione reale in cui ci si trova ad operare (a volte, l’insegnante
accetta la trasposizione didattica operata da altri, per esempio dagli
autori dei libri di testo). Una volta operata questa scelta, l’insegnante
trasforma il sapere da insegnare in un sapere insegnato con un’opzione
che si chiama
ingegneria didattica
e che contiene, oltre a mille altri
aspetti, anche le scelte metodologiche.
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Non è possibile non tenere
in considerazione la realtà della situazione e dunque, senza troppe
spiegazioni, ecco la reale scalata dal Sapere allo studente (tratta da:
Fandiño Pinilla, 2002):
Sapere
trasposizione didattica
sapere da insegnare
ingegneria didattica
sapere insegnato
costruzione personale
sapere appreso (costruito individualmente)
passaggio alla competenza
competenza individuale
Ora, non è detto che la competenza individuale costruita dal sin-
golo studente sia il traguardo cognitivo auspicato dall’insegnante o
deciso dalla noosfera
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o dalla società tutta. E questo apre interessanti
questioni soprattutto legate alla specificità della Didattica disciplinare
(ne daremo ampi esempi, nei capitoli successivi).
Come si evince dagli schemi e dai quadri proposti, l’insegnante
è il fulcro di tutto; egli deve essere reso consapevole dei «rischi» che
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C’è chi ama proporre schemi a quadrangolo, invece che a triangolo, mettendo al
quarto vertice la metodologia didattica; per quanto appena detto, invece, nello sche-
ma a triangolo la metodologia resta implicita nel lato che lega l’allievo al sapere, visto,
per così dire, dal punto di vista dell’insegnante, mediatore appunto tra questi due
poli.
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Intesa come quella parte della società che ha influenza ed interessi sul mondo della
scuola e degli apprendimenti, pur non partecipando di fatto concretamente alle
attività d’aula.
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