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Elementi per la fondazione della Didattica disciplinare
messo in grado di costruire la propria conoscenza e la propria compe-
tenza, nel modo più congeniale ed adatto (D’Amore, Godino, Arrigo
e Fandiño Pinilla, 2003).
Nella nostra organizzazione scolastica, l’insegnante è anche il va-
lutatore delle competenze raggiunte dall’allievo (e non è detto che sia
il migliore dei sistemi possibili).
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In una organizzazione nella quale la responsabilità della costruzione
dell’apprendimento è delegata al singolo apprendente, com’è indispen-
sabile che sia per dare senso all’azione, dev’essere necessario stabilire
che, di comune accordo e senza che ciò sia considerato fallimento o
vergogna, vi siano momenti di ripresa di segmenti curricolari, qualora
la competenza costruita non sia quella considerata come idonea o
confacente alla situazione o alle esigenze della società; senza vergogna
e senza senso di fallimento, semplicemente con il gusto della necessità
di raggiungere un traguardo, una posta in gioco. Ma perché questo
sia avvertito come fatto necessario e per nulla deleterio, occorre che
la formazione scolastica sia vera formazione, che quel che si apprende
a scuola sia destinato alla vita sociale immediata e futura, non tutto
endogenamente legato alla momentanea situazione di studente.
• Detto tramite esempi, non si impara in Storia la I Guerra Mondia-
le per rispondere alle domande di un’interrogazione, ma per poter
affrontare meglio la vita, per comprendere situazioni politiche, svi-
luppi sociali, schemi altrimenti incomprensibili.
• Non si imparano le formule della Chimica generale inorganica per
poter affrontare l’interrogazione e superarla, ma per avere, nella so-
cietà, più capacità critica, di controllo, di analisi, per il gusto stesso
di sapere che cosa è quel che ci circonda.
• Non si imparano le declinazioni dei verbi in Latino per poter affron-
tare la traduzione del compito in classe, ma per avere un’indicazione
sintattica e semantica della lingua in cui ci esprimiamo, per domi-
narla con maggior sicurezza.
• Non si impara il pensiero di Socrate per il tempo dell’interrogazione
di Filosofia, ma per avere un’idea della genesi del pensiero odierno,
per capire il perché di tante scelte che l’essere umano ha fatto e che
continua a fare oggi.
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Purtroppo, ancora oggi, nonostante tutti i numerosi progressi, c’è ancora chi pensa
che «valutare» in aula significhi semplicemente assegnare un numero (un voto, una
nota) a ciascuno degli studenti della classe. Sul tema «valutazione» è bene entrare
invece in dettagli, nella formazione dei futuri insegnanti, ricordando che la valutazio-
ne è, quanto meno, un processo che serve per dare giudizi sull’efficacia della propria
azione di insegnante, sul segmento curricolare scelto e su ciascuno dei singoli allievi
(Fandiño Pinilla, 2002).
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