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LE DIDATTICHE DISCIPLINARI
• Non si imparano le nazioni dell’America del Sud solo perché l’in-
segnante di Geografia le chiederà, ma per evitare in futuro figure
asfittiche di chi mette Bogotà in Bolivia o il Messico in Sud Ameri-
ca, per avere un’idea socio-politico-economica di un subcontinente
vasto oltre dieci volte l’Europa, per evitare d’essere talmente legati
al proprio ristretto àmbito geosociale, da apparire ottusi o razzisti,
invece che, banalmente, ignoranti.
• Non si impara la Storia dell’Arte per rispondere alle domande di
un’interrogazione, ma per affrontare i musei, per averne una visione
d’insieme, per non sentirsi impotenti di fronte ad opere, senza parole
e senza confronti.
L’insegnante
Dunque, all’insegnante viene affidato il compito di creare condizio-
ni opportune per l’apprendimento di tutti e di ciascuno, sempre che
ciascuno degli studenti si faccia carico dell’impegno di responsabilità
nella costruzione di tale apprendimento. Non ci può essere apprendi-
mento se non c’è la volontà di esso, la piena responsabilità individuale
nella costruzione della conoscenza, prima, della competenza poi.
Ciò comporta una diversa formazione dell’insegnante.
Non dimentichiamo, mai, che l’insegnante (dalla scuola primaria
in poi) è
insegnante di qualche cosa
, di qualche disciplina. Dunque,
per prima cosa, è necessaria una saggia e ben calibrata formazione
disciplinare. Guai a pensare che l’insegnante di Musica non conosca
la Musica o che l’insegnante di Inglese non sappia l’Inglese (il che,
invece, succede). Senza una preparazione disciplinare si parla a vuoto
di funzione docente.
La preparazione disciplinare deve essere di alto livello, per motivi
che verranno esaminati poi, ma «saggia», cioè equilibrata e pensata
per una ben specifica funzione professionale. Inutile, in certi corsi di
laurea, spaccare il capello in quattro nell’affrontare temi disciplinari,
sapendo che l’allievo farà l’insegnante. Molto meglio affrontare temi
legati alla storia della disciplina, al senso che essa ha, al mutare storico
della sua epistemologia (D’Amore, 2004). L’insegnante dovrebbe, in
un certo qual senso, essere reso partecipe della formazione stessa della
disciplina che insegna, di come essa viene generata dai suoi stessi crea-
tori, per diventarne artefice consapevole, quasi padrone, vederne gli
elementi nascosti. Potrebbe non essere del tutto padrone degli ultimi
sviluppi della Fisica, per esempio, ma conoscerne invece bene, per
quanto concerne le teorie fondamentali, i perché e le analisi che hanno
portato al progredire, i successi ed insuccessi, i trionfi ed errori che ne
hanno contraddistinto i più importanti passaggi.
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