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LE DIDATTICHE DISCIPLINARI
Questo modo di pensare la scuola soddisfa molte esigenze.
Per esempio, quelle della società che esprime tale scuola; il siste-
ma... idrico funziona per definizione, a norma di legge; se qualche
malfunzionamento c’è, sta o nella ricezione o nel programma; non è
questione di specificità dell’essere umano:
• l’insegnante sa la disciplina e questo viene provato con un apposito
curricolo accademico che ne assicura le conoscenze
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disciplinari,
nonché con un esame disciplinare abilitante che ne ri-accerta il grado
di preparazione disciplinare;
• se lo studente non sa, ci sono varie scusanti, a volte maldestre e ba-
nali, che incolpano la sua disponibilità genetica (chi non ricorda più
l’oramai declinante idea del «bernoccolo» innato per le varie discipli-
ne?), sociale, affettiva ecc. In questo clima di disponibilità a trovare
scusanti d’ogni tipo, si arriva al punto che lo studente è salvaguardato
dai suoi stessi fallimenti, ma non responsabilizzandolo e dandogli
la sensazione piena dell’importanza del proprio impegno nella co-
struzione di conoscenze e competenze, bensì in modo burocratico
e vigliacco: si evita che debba ripercorrere segmenti curricolari, lo si
approva burocraticamente senza chiedergli alcuna implicazione nel
processo più importante che la scuola dovrebbe invece offrire, la
carica di responsabilità individuale nella costruzione di conoscenza.
Questo modo di fare, imperante nelle società opulente, nelle quali
un fallimento occasionale e microsociale è considerato indesiderabile
e dunque da evitare, è il segno stesso della vacuità del sistema.
L’apprendimento come fatto che coinvolge responsabilità indi-
viduali
Quel che tutta la nuova impostazione della Didattica chiede è,
invece, di mettere in campo gli individui, i singoli, di responsabilizzare
tutti gli attori del teatro-scuola.
Per prima cosa, restituendo a ciascuno un
ruolo
.
L’insegnante non è un banale ripetitore di conoscenze ma è un
professionista
competente
non nella sola disciplina (meglio: non prin-
cipalmente) ma nell’azione didattica; il suo dovere è non solo quello di
versare liquido in quantità, ma di studiare nel contempo le... brocche
che gli si presentano davanti; per evitare che la metafora possa essere
fraintesa, il suo verbo d’azione principale,
insegnare,
va inteso non
come declamazione al vento di verità concettuali, ma in altro senso:
il compito dell’insegnante è di far sì che ciascuno dei suoi allievi sia
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Conoscenze, non competenze.
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