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Il gioco nella didattica
può risultare un metodo estremamente efficace in quanto i ragazzi, dopo
aver compreso un’idea, un concetto, una relazione e così via, sono talvolta in
grado di spiegarli agli altri studenti utilizzando linguaggio ed espressioni più
comprensibili, poiché più vicini al loro registro abituale e alle loro conoscenze
linguistiche e concettuali.
Anche in questo caso l’apprendimento e l’integrazione vengono favoriti
dall’impiego di attività di costruzione che, pur allontanandosi dal gioco vero
e proprio, conservino la possibilità di svolgere riflessione cognitiva e meta-
cognitiva quando queste non sono ancora possibili agli allievi secondo le
modalità del pensiero formale più sviluppato. Del resto, l’impiego di tecniche
di apprendimento cooperativo certamente facilita l’interazione tra gli alunni e
ciò consente all’allievo in difficoltà di essere stimolato dai compagni di classe
in relazione alla propria zona di sviluppo prossimale e non in virtù di un ipo-
tetico sviluppo medio delle competenze che, secondo le norme, dovrebbero
essere a disposizione dell’allievo, a prescindere dalla sua realtà. Anche questa
opportunità, naturalmente, deve essere condotta e costruita dall’insegnante
e non lasciata alla spontaneità degli allievi proprio perché, se interpretata con
interesse e volontà da parte degli alunni, può condurre a un recupero positivo
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