Il ruolo del gioco nell’integrazione degli allievi diversamente abili
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che, tenendo contodel livello attuale di sviluppodelle strutturementali dell’al-
lievo, favorisca nel soggetto una riflessione a partire dalla realtà e che solleciti
nell’alunno la comprensione di elementi semplici, tuttavia determinanti nella
situazione. Si tratta, in altre parole, di impiegare metodi pratico-operativi per
facilitare nell’allievo le forme meno complesse di riflessione sulla realtà indi-
viduando, ad esempio, dapprima relazioni spaziali e temporali (davanti, dietro,
sopra, sotto, prima, dopo) e proporre solo successivamente proiezioni nello
spazio e nel tempo, immaginando luoghi e situazioni nel passato e nel futuro.
Partire da una situazione data per prevedere gli accadimenti possibili dopo
interventi del soggetto e, in un secondo momento, verificare gli accadimenti
reali, favorendo il raffronto tra una realtà effettiva con una che non c’è ancora
o che non c’è più, permette di sviluppare le capacità di astrazione del bambi-
no. Progressivamente sarà possibile anche introdurre rapporti di successione,
ordine, casualità, causa ed effetto, nonché altri fattori sempre più complessi.
Sono principalmente le attività di laboratorio, intese nel senso più lato, che
possono creare le premesse per un maggiore sviluppo delle capacità cognitive
degli allievi in difficoltà e perciò l’attività scolastica deve realizzarsi nella crea-
zione di ambienti concreti, ricchi di sollecitazioni e di occasioni attraverso le
quali l’adulto può intervenire per mediare le forme di riflessione adeguate alla
situazione dell’allievo.
In tali spazi didattici, infatti, ricerche ed esperienze operative svolte sulla
basedi relazioni, funzioni, dipendenze, correlazioni, conseguenze, cause, effetti,
ecc. cessano di essere puri concetti per manifestarsi, invece, come azioni con-
crete, realtà effettuali sulle quali si può agire, intervenire, effettuare modifiche,
ottenere cambiamenti. In questo quadro anche operazioni di riflessionemeta-
cognitiva —quali la verbalizzazione delle procedure utilizzate, la descrizione
delle esperienze compiute, l’illustrazione dei risultati ottenuti o dei prodotti
finiti, l’esposizione di emozioni e sensazioni legate al lavoro svolto—possono
consentire una maggiore consapevolezza e, conseguentemente, un maggior
sviluppo delle capacità e una migliore acquisizione degli apprendimenti.
Il gioco con regole
Nell’evoluzione del gioco infantile, nella terza fase, appaiono i giochi con
regole: corse, gare, competizioni con biglie, palle e strumenti d’ogni tipo. Tali
giochi si trasmettono socialmente da bimbo a bimbo e aumentano d’impor-
tanza con il progresso della vita infantile.
I giochi con regole, infatti, sono delle vere e proprie istituzioni sociali, sia
nel senso della loro permanenza durante le trasmissioni da una generazione
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