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Il gioco nella didattica
Successivamente si presentano nuove condotte a cominciare dal mo-
mento, per lo più verso il quarto mese e mezzo di vita, in cui il bambino inizia
a possedere la coordinazione tra la visione e la prensione: il neonato quindi
prende e manipola tutto ciò che vede nello spazio circostante. Un soggetto di
tale età afferra, ad esempio, un cordone appeso sopra la culla. In tal modo il
bimbo provoca lo scuotimento di tutti i giocattoli sospesi sopra di lui. Subito
dopo ripete una serie di volte il gesto dai risultati inaspettati, costituendo ciò
che Piaget definisce una «reazione circolare», attraverso un comportamento
che può essere definito ludico. Si crea, in questo modo, un’abitudine allo stato
nascente, senza scopo preliminare differenziato dai mezzi utilizzati. Una volta
costituita la condotta descritta, potrà essere sufficiente appendere un nuovo
giocattolo sopra la culla perché il bambino cerchi il cordone, cosicché questa
condotta rappresenta un inizio di differenziazione tra il fine e il mezzo. Nei
giorni successivi, osserva Piaget, il bimbo potrà persino cercare di muovere
oggetti più lontani, oppure reagire a un rumore improvviso o, al contrario, alla
sospensionedi unamusica, tentandodi operare sulla realtàmediante il cordone
«magico». In considerazione di tutto ciò, Piaget ritiene di essere sulla soglia
dell’intelligenza, per quanto strana sia questa causalità senza contatto spaziale
(Piaget e Inhelder, 1966, p. 18).
Non vi è, in quanto descritto, la costituzione di veri e propri sistemi ludici
indipendenti: la funzionedei giochi di esercizioèquelladi esercitare lecondotte
per puro piacere funzionale, ovvero per il solo piacere di prendere coscienza
dei propri poteri. Attraverso questa forma d’esperienza, il bambino giunge a
nuovi apprendimenti e questo gli permette di sviluppare le proprie capacità.
Nello svolgimentodell’attività scolastica è necessario tenere presente che
questo ordine di attività ludica non scompare affatto dopo la prima infanzia.
Tutti gli allievi mantengono tendenze a giocare con le caratteristiche appena
descritte, anche in epoche successive. È facile rilevare, per di più, come persino
negli adulti possano permaneremodi di agire del tutto analoghi (Piaget, 1945,
p. 167): chi ha appena acquistato qualcosa di nuovo, ad esempio un’automo-
bile, un computer o un semplice apparecchio telefonico, radiotelevisivo o che
riproducamusica, inizialmente si diverte a utilizzarloo anche solo ad azionarlo
senza altro scopo che il piacere di farlo funzionare, il piacere di esercitare i
propri nuovi poteri nei confronti di un oggetto nuovo e, francamente, un po’
magico.
Ciò nonostante, l’esperienza svolta permette effettivamente nuovi
apprendimenti, e non solo relativi al funzionamento degli apparecchi stessi.
Avvalendosi di questa propensione umana al gusto di seguire la curiosità e la
novità e di divertirsi con il piacere di manipolare qualcosa di sconosciuto e
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