Il ruolo del gioco nell’integrazione degli allievi diversamente abili
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Per illustrare questa proposta, prendiamo avvio dalla riflessione sul ruolo
del gioco nello sviluppo delle capacità intellettive, cui si è dedicato Piaget in
numerose sue ricerche, svolte nel campo dell’epistemologia genetica.
Il quadro di riferimento teorico
Piaget classifica il gioco infantile in tre ordini principali, cui aggiunge una
quarta formadi giocoche, in realtà, tende a superare il concettodi attività ludica
in favore di un esercizio votato maggiormente a forme di impegno lavorativo
vero e proprio:
1. il
gioco di esercizio,
che inizia fin dai primi mesi di vita del bambino. Esso non
presuppone il pensiero, né alcuna struttura rappresentativa specificamente
ludica, ed è essenzialmente sensomotorio;
2. il
gioco simbolico,
che si manifesta a partire dal secondo anno di vita. Esso
implica la rappresentazione di un oggetto assente, poiché è paragone tra un
elemento dato e un elemento immaginato;
3. il
gioco con regole,
che si costituisce durante il periodo che va dai 4 ai 7 anni
d’età. Esso presuppone necessariamente relazioni sociali o interindividuali
e segna sostanzialmente una socializzazione dell’Io;
4. il
gioco di costruzione,
che rappresenta un’evoluzione dell’attività infantile
verso un impegno adulto, in quanto conduce a reali adattamenti, uscendo
dal campo del gioco per rientrare in quello dell’intelligenza pratica. Indica,
a sua volta, un’oggettivazione del simbolo ludico.
Il gioco di esercizio
Già nell’esame delle fasi iniziali dello sviluppo dell’intelligenza Piaget
sottolinea la funzione costruttiva del gioco, ancorché non strutturato e per-
sino non volontario. Analizzando il comportamento del neonato, infatti, egli
sottolinea come nei diversi periodi esistano apprendimenti, forieri di ulteriori
sviluppi intellettivi, determinati appunto da comportamenti ludici.
Lopsicologoginevrinoattribuiscegrande importanza all’evoluzionedelle
azioni messe in atto dal bambino nel corso dello sviluppo dell’intelligenza sen-
somotoria, collocabile durante il primo annodi vita: a questo livello, in cui non
si osserva ancora la presenza di una vera e propria intelligenza, sono possibili
apprendimenti elementari e anche una serie continua di intermediari tra due
varietà di reazioni, ossia i riflessi e le abitudini, presenti già nelle primissime
fasi dello sviluppo.
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