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PEDAGOGIAPIÙDIDATTICA
aspetto è stato analizzato, valutato e infine «votato» dal gruppo degli inse-
gnanti, che ha assunto l’impegno di adottare il nuovo modello per il nuovo
anno scolastico 2011/12.
Tale modello si è così strutturato sulla base delle riflessioni collettive di inse-
gnanti, pedagogisti e ricercatori, unitamente alle indicazioni provenienti dal di-
battito teorico e ad alcuni aspetti imprescindibili per una progettazione educativa
e didattica volta al perseguimento di competenze di base dei bambini, in linea con
le
Indicazioni per il curricolo
del 2007. Si è attuata, in questo modo, partendo da
un’idea di qualità globale di progettazione educativa e didattica, una sua traspo-
sizione a un’idea di qualità locale di progettazione, costruita democraticamente
attraverso significati condivisi.
L’insegnante (di qualità): agente decisionale di progettualità
Una parentesi prima di concludere. L’insegnante di oggi, l’insegnante della scuola
dell’infanzia di qualità che vorremmo, deve farsi pienamente agente decisionale di
quanto sostenuto sino a qui: esso, infatti — lo abbiamo visto — è chiamato ad as-
sumere costantemente criteri in base ai quali compiere delle scelte (ad esempio: cosa
insegnare, in che modo e perché, cosa osservare, come valutare, cosa documentare,
ecc.). E un insegnante di qualità è un insegnante che ha tra i suoi principali ferri
del mestiere, di certo, proprio la progettazione.
Qual è l’
a-priori
necessario di tutto
questo?
Una qualificata formazione — iniziale e in servizio — degli insegnanti.
Per garantire, infatti, lo sviluppo della mente del bambino in tutti i suoi percorsi
occorre un’elevata professionalità, così da poter contare su insegnanti «architetti»
e non semplicemente «manovali». Architetti che, con la scuola e nella scuola,
conducano i bambini di oggi, gli adulti di domani, a
pensare con la propria testa
e a sognare con il proprio cuore
(Frabboni e Pinto Minerva, 2008, pp. 232-237).
Essere insegnanti richiede dunque, oggi più che mai, lo sviluppo di molteplici
competenze, attraverso una professionalità in costante crescita. Già gli
Orien-
tamenti
del 1991 «rimandano ad una scuola altrettanto nuova: un ambiente
professionalizzato per la piena educazione del bambino». Infatti, già nella scuola
— «materna» —del ‘91 «essere insegnante comporta un profilo di alta complessità
e di grande responsabilità e richiede la padronanza di specifiche competenze cul-
turali, pedagogiche, psicologiche, metodologiche e didattiche unite ad una aperta
sensibilità e disponibilità alla relazione educativa con i bambini», oltre alla «piena
partecipazione di tutti gli insegnanti ai diversi momenti della programmazione,
della gestione delle attività e della valutazione». Insegnanti ingegneri dei campi
d’esperienza, insegnanti che, dicono anni dopo le
Indicazioni per il curricolo
del
2007, «accolgono, valorizzano ed estendono le curiosità, le esplorazioni, le pro-
poste dei bambini e creano occasioni e progetti di apprendimento per favorire
l’organizzazione di ciò che i bambini vanno scoprendo. […] Pur nell’approccio
globale che caratterizza la scuola dell’infanzia, gli insegnanti individuano, dietro ai
vari campi di esperienza, il delinearsi dei saperi disciplinari e dei loro alfabeti. In
particolare nella scuola dell’infanzia i traguardi per lo sviluppo della competenza
suggeriscono all’insegnante orientamenti, attenzioni e responsabilità nel creare
occasioni e possibilità di esperienze volte a favorire lo sviluppo della competenza,
che a questa età va inteso in modo globale e unitario».
Da questi ritratti dell’insegnante di scuola dell’infanzia sono rintracciabili
alcune dimensioni fondamentali e imprescindibili della sua professionalità odier-
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