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La progettazione: una coordinata per una scuola dell’infanzia di qualità
finalità, invece, è nato l’intento di costruire un
nuovo strumento
di osservazione-
valutazione
capace di contemplare ulteriori indicatori in grado di cogliere in modo
più significativo la qualità della didattica della scuola dell’infanzia. Concentriamo
la nostra attenzione sulla costruzione di un nuovo modello di progettazione di-
dattica e rimandiamo il discorso relativo alla costruzione di un
nuovo strumento di
osservazione-valutazione
ad altra sede (Vannini e D’Ugo, 2011).
Nel Quartiere San Donato, nell’anno scolastico 2010/2011, ha preso il via un
percorso di ricerca valutativa (che si potrebbe valutare di estendere anche ad altri
Quartieri della città) finalizzato a promuovere le competenze e le prassi degli in-
segnanti in merito specificamente alla costruzione di una progettazione educativa
e didattica di qualità.
Il percorso di promozione delle competenze e delle prassi progettuali degli
insegnanti si è sviluppato al fine di promuovere e adottare progressivamente
metodologie e strumenti condivisi, specificamente orientati a guidare le prassi di
progettazione (riprogettazione) della didattica.
In merito a questa esigenza, i ricercatori-formatori hanno proceduto—a partire
dalla rilevazione dei numerosi aspetti di criticità dei documenti progettuali utilizzati
tradizionalmente dagli insegnanti — attraverso azioni volte a favorire e a sostenere
processi di partecipazione collegiale e di assunzione democratica delle decisioni da
parte degli insegnanti, allo scopo di giungere, insieme ai pedagogisti e agli stessi
insegnanti del Quartiere, a un modello di progettazione collettivamente condiviso.
Nello specifico si sono succedute due fasi.
1. Raccolta, analisi e valutazione (dal grado di analiticità alla completezza delle
azioni descritte, dalla presentazione delle principali attività previste per l’anno
scolastico alla presentazione delle principali metodologie didattiche previste,
ecc.) delle progettazioni di ogni sezione delle scuole per riflettere sullo «stile» del
Quartiere. Da questa ricognizione è emersa immediatamente una disomogeneità
di stile progettuale, tale da rafforzare l’idea, nei ricercatori e nei pedagogisti stessi,
di dover perseverare nella costruzione di un modello di progettazione comune
per tutte le scuole del Quartiere. Potremmo parlare, azzardando un po’, di una
prima indagine volta alla ricognizione dell’immagine della qualità locale.
2. Costruzione di unmodello di progettazione collettivamente condiviso. Inmerito
a questo secondo punto, si è deciso di procedere in questo modo:
a) distribuzione di una «proposta» ipotetica di modello di programmazione
(con delle voci volontariamente sovrabbondanti) a ciascun insegnante, con
la richiesta di segnalare cosa si ritenesse fondamentale per un modello di
programmazione e cosa, invece, si potesse tralasciare. L’intento era quello
di dare in mano agli insegnanti un’idea di qualità globale di progettazione,
a partire dagli assunti teorici pedagogici e didattici, per lavorare poi insieme
verso la costruzione di significati di qualità locali, caratterizzando in questo
modo le fasi successive;
b) analisi delle risposte delle insegnanti e presentazioni delle stesse a tutto il
collegio docenti del Quartiere, al fine di prenderne visione e discuterne
insieme democraticamente (costruendo significati di qualità condivisi);
c) costruzione, sulla base delle risposte degli insegnanti, di un
modello di pro-
grammazione
rappresentativo di tutte le scuole del quartiere (rappresentativo
della qualità locale);
d) presentazione del modello finale e sua votazione, ai fini di un utilizzo condi-
viso del Quartiere bolognese, da parte di tutto il collegio docenti: nell’ottica
dell’esercizio di una professionalità riflessiva e collegiale, quindi, ciascun
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