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PEDAGOGIAPIÙDIDATTICA
riprogettandoli, rivalutandoli (all’infinito)—gli ambiti che rendono tale una scuola
destinata alla fascia 3-6 anni: le cure di routine e la promozione delle competenze
(linguistiche, logico-matematiche, motorie, espressive, relazionali-sociali).
Si intuisce chiaramente — apriamo una breve parentesi — che non è possibile
raggiungere alcun tipo di
qualità,
nemmeno la
qualità di una progettazione,
senza
una
valutazione
iniziale e una finale. La
valutazione
(altro ambito di riflessione
dai contorni decisamente incerti), infatti, è strettamente connessa alla definizione
di qualsiasi tipo di
qualità.
Infatti, «definire la qualità è essenzialmente un atto
valutativo (descrivere una caratteristica alla quale si attribuisce valore di parametro)
che per di più ha lo scopo di pensare a un altro atto valutativo (la valutazione della
qualità)» (Cecconi, 2003, p. 6).
Valutazione
e
qualità
sono, perciò, due concetti
interconnessi e, potremmo osare, la valutazione della qualità è una specie di
meta-
valutazione
che trattiene in sé il ruolo di una
valutazione della valutazione.
Per garantire agli insegnanti la possibilità di saper intraprendere sempre meglio
valutazioni
e
progettazioni
di questo tipo, si possono promuovere esperienze di
ricerca-formazione guidate da esperti che muovano da un principale obiettivo:
la ricerca (e il raggiungimento) della qualità. Di seguito presentiamo brevemente
un percorso sulla progettazione che trova la sua giustificazione teorica in quanto
sostenuto sino a questo momento.
A partire dall’anno scolastico 2008/09 — in collaborazione con il Coordina-
mento dei Servizi per l’infanzia del Comune di Bologna — è stato realizzato un
Percorso di osservazione, valutazione e formazione sulla qualità dei
contesti educativi
di alcune scuole dell’infanzia comunali situate in un quartiere della città (San Do-
nato), attraverso l’uso della scala Sovasi — scala per l’osservazione e la valutazione
della scuola dell’infanzia (Harms e Clifford, 1994). Le scuole coinvolte sono state
quattro, per un totale di 15 sezioni, la ricerca ha visto impegnati tre ricercatori, tre
pedagogisti e più di trenta insegnanti e ha seguito la
metodologia
della valutazione
formativa delineata dal gruppo di ricerca pavese secondo la quale la valutazione è
allo stesso tempo una forma di indagine e una riflessione sulle pratiche educative
degli attori coinvolti nella ricerca, al fine di promuovere una progettualità sem-
pre più partecipata e accorta (Bondioli e Ferrari, 2004). Si è trattato, nel caso in
questione, di un’opportunità di qualificazione che ha coinvolto, parallelamente, il
Comune, le sue scuole, i pedagogisti e i team docenti, oltre ad aver rappresentato
un importante momento di indagine per gli stessi ricercatori.
Obiettivo iniziale della ricerca: individuazione — nei contesti osservati — dei
punti di forza
e degli eventuali
punti di criticità
dei diversi
contesti-sezione, allo
scopo di mobilitare le
competenze progettuali
degli insegnanti nel definire possibili
itinerari di miglioramento della
qualità educativa e didattica.
Nello specifico, le
finalità
della ricerca sono state:
1. stilare un profilo diagnostico relativo alla qualità educativa e didattica delle
singole sezioni, delle singole scuole dell’infanzia e di alcuni quartieri di Bologna;
2. comparare l’evoluzione di questi profili nei diversi anni scolastici e verificare
l’eventuale miglioramento della qualità;
3. promuovere una riflessione critica sulle metodologie valutative (scale di valu-
tazione della qualità) della scuola dell’infanzia, così da mettere a punto nuove
ipotesi di ricerca e nuovi strumenti di cui verificare, successivamente, la validità
e l’affidabilità.
Da queste finalità, sono nati due progetti, specifici e distinti. Dalla seconda
finalità, si è andato sviluppando un percorso finalizzato alla costruzione di un
nuovo modello di
progettazione educativa e didattica
degli insegnanti e dalla terza
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