D
IFFICOLTÀ
DI
APPRENDIMENTO
N
. 4,
APRILE
2011
528
È giusto/a,non faalcunapreferenza
Fa delle preferenze
Ascolta quando gli/le poni un pro-
blema
Se gli/le proponi un problema non ti
ascolta nemmeno
Critica i risultati,non le persone
Fa apprezzamenti e critiche alle
persone
Si preoccupa di tutti gli studenti
Trascura qualche studente
È in genere calmo/a e sereno/a
È solitamente nervoso/a
Sembra dinamico/a e riposato/a
Sembra stanco/a e affaticato/a
Se vede un alunno in difficoltà lo
incoraggia
Se vede uno in difficoltà mostra un
certo fastidio
Totale
3 2 1 1 2 3 Totale
Dimensione affettivo-relazionale
(continua)
Fig. 3
Questionario che indaga in modo in cui gli studenti vedono l’insegnante.
In sintesi
1. La relazione educativa è mediata dalla rappresentazione che gli alunni si fanno
dell’insegnante. Tale rappresentazione si forma in tempi brevi e quindi sono
cruciali le fasi iniziali del rapporto.
2. L’immagine può essere in una certa misura controllata e gestita, decidendo che
cosa lasciare filtrare del proprio Io privato.
3. Non ci sono immagini vincenti, ma solo convincenti, quando c’è coerenza tra quel
che si fa e come si è. La demagogia ha il fiato corto: nei tempi lunghi non regge.
4. Non c’è un solo modo di essere autorevoli. L’autorevolezza nasce da una misce-
la variabile che si compone di molti fattori: temperamento, autostima, fattori
di contesto (fama), coerenza. A questi fattori di base, si devono aggiungere:
un’esperienza filtrata dalla consapevolezza e dalla disponibilità a cambiare se
necessario, una gestione accorta della lezione, la conquista di uno stile comu-
nicativo favorevole.
5. Un’auto-osservazione attenta, oppure un’osservazione condotta da un collega di
cui ci si fida, consentono col tempo di mettere a fuoco e rimuovere degli errori
comunicativi che possono ostacolare la relazione educativa.
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