L
A GESTIONE
DELLA
CLASSE
:
AUTORAPPRESENTAZIONE
,
AUTOCONTROLLO
,
COMUNICAZIONE
E
PROGETTUALITÀ
521
plicita, gli stilemi comunicativi tendono a sfuggire a un’analisi critica. Si potrebbe fare
un’analogia con l’uso del computer. Il livello esecutivo presuppone dei programmi, dei
linguaggi che l’utente usa senza conoscerli. L’insegnante esperto agisce d’intuito, non
ha bisogno, né tempo, di progettare il modo di reagire in una certa situazione. Fa così e
funziona, quindi viene rinforzato e continua a farlo. Attinge a una specie di software che
gli deriva da una proficua esperienza interiorizzata. E un osservatore, a meno che non
sappia esattamente che cosa osservare, non riesce a districare i fattori che, operando
congiuntamente, producono il successo comunicativo.
Vizi e virtù della comunicazione in classe
Potremmo rispondere all’esigenza manifestata da P. di selezionare delle situazioni
tipiche, molto ricorrenti, dove si esprime in modo più chiaro la capacità comunicativa
dell’insegnante. A tale scopo abbiamo proposto di compilare un questionario —
Stra-
tegie comunicative funzionali e disfunzionali
(figura 2) — che è già stato sperimentato
in situazioni di formazione.
Analizziamo ora alcune affermazioni che potrebbero destare dubbi e perplessità.
Anzitutto potrebbe sembra un po’ perentorio affermare che certi comportamenti sono
giusti e altri sbagliati. Non è strano che si possa verificare il caso di insegnanti che
praticano comportamenti scorretti in base al questionario, ma che risultano generalmente
efficaci e apprezzati. Come dicevamo sopra, stiamo ragionando di frequenze statistiche,
di dati probabilistici. Un comportamento che noi riteniamo
generalmente
negativo può
essere più che compensato da caratteristiche molto positive (senso di autoefficacia,
autostima, prestigio, competenza culturale, ecc.), che riducono o annullano i possibili
effetti negativi di errori comunicativi. Abbiamo rilevato che in genere le indicazioni
fornite dal questionario risultano abbastanza chiare. Solo che di solito non ci si pensa.
Ci soffermiamo invece su quelle che abbiamo verificato possono suscitare qualche
perplessità.
Cominciamo con l’affermazione 4, in base alla quale risulterebbe generalmente
negativo soffermarsi a parlare con qualche alunno. Ciò sembrerebbe contraddire l’esigenza
di individualizzazione dell’insegnamento, che è uno dei capisaldi degli orientamenti
formativi in vigore. Questa indicazione risponde all’esigenza di prestare attenzione a
tutti i segnali (feedback) che consentono al docente di mantenere o adattare la guida
della classe schivando i pericoli. È assolutamente necessario cogliere e fronteggiare i
problemi del singolo, senza però mai perdere il controllo del gruppo. Indugiare troppo
a lungo col singolo alunno può comportare dei rischi che non devono essere sottovalu-
tati. Naturalmente ci sono situazioni di conduzione molto diverse, le cui opportunità o
necessità devono essere valutate di volta in volta.
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