D
IFFICOLTÀ
DI
APPRENDIMENTO
N
. 4,
APRILE
2011
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zione del discorso. Non si è mai notato come l’intelligenza manifestata dall’ascoltatore
sia di stimolo alla produzione verbale?
Nel punto 24 si considera sbagliato puntare l’indice, pur essendo
un gesto molto
caro agli insegnanti. Vale un po’ quanto detto prima: anziché attrarre l’attenzione, si
sovrappone al contenuto verbale in quanto si carica di valenze vagamente minatorie,
con l’effetto di distrarre. Meglio usare l’intera mano, mossa con calma e leggerezza. I
gesti non devono essere contratti, nervosi, eccessivi, ma parsimoniosi e precisi (25).
Succede frequentemente che si decida di punire l’intera classe (36), perché, quan-
do il numero di chi disturba è troppo elevato, non si riesce individuare con precisione
i colpevoli. Però è un rimedio che non funziona. Anzi, è il miglior modo per perdere
il controllo della classe mettendosela contro. Ciò avviene inevitabilmente quando si
dà l’impressione di sparare nel mucchio, di essere ingiusti, magari solo con qualcuno.
Vale anche in questo caso il detto: meglio assolvere un colpevole che condannare un
innocente. Che fare allora? Intanto sapere che si deve evitare la punizione generalizza-
ta, poi si deve cercare qualche altra soluzione: ad esempio chiudere la comunicazione
senza però dare l’impressione di essere in fuga. Al momento giusto si meta-comunica,
vale a dire si apre una discussione sulle ragioni per cui l’interazione non funziona. In
queste situazioni occorre dimostrare di non sapere solo parlare, ma anche ascoltare.
Un’altra questione, strettamente connessa alla comunicazione in classe, è data
dalla rappresentazione che gli studenti si fanno dell’insegnante.
Come mi vedono i miei studenti
È molto utile infatti sapere che cosa pensino di noi i nostri alunni. Per raggiungere
questo obiettivo, ci sono due strumenti: col primo (figura 3) si chiede agli studenti come
ci vedono, col secondo si realizza una mappa complessiva della valutazione da parte
della classe. Tali strumenti si possono usare in due modi, ciascuno dei quali presenta
vantaggi e svantaggi. Se ogni questionario è nominale, si riesce a sapere come ci vede
esattamente quel singolo alunno, ma, evidentemente, non è garantita la sincerità delle
sue risposte. Meglio allora rinunciare a questa precisione e puntare piuttosto sulla
sincerità delle risposte.
Come si vede, vengono indagate due diverse dimensioni, che sono naturalmente
fra loro connesse: didattico-gestionale e affettivo-relazionale. Le colonne di sinistra
indicano i comportamenti positivi, quelle di destra i comportamenti negativi (sempre
secondo gli alunni). Le aree si escludono a vicenda: se si barra una casella positiva,
non può essere barrata anche una casella negativa sulla stessa riga. Si sommano infine
i punteggi in base al peso della casella (massimo 30 per dimensione) e poi si riportano
nella tabella di sintesi (figura 4).
© Edizioni Erickson
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