L
A GESTIONE
DELLA
CLASSE
:
AUTORAPPRESENTAZIONE
,
AUTOCONTROLLO
,
COMUNICAZIONE
E
PROGETTUALITÀ
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P. Però, se hanno un’immagine negativa di me, potrà essere anche ingiusta, ma è
un dato, di cui è necessario che si prenda consapevolezza e che ci si adoperi per
trasformarla. Altrimenti la relazione non potrà che essere difficile e improdut-
tiva.
Ed ecco alcune delle nostre riflessioni stimolate da questo dialogo.
Gestire la propria immagine
La nostra interazione con la realtà, e con gli altri, non è immediata, ma filtrata da
rappresentazioni che nascono in contesti discorsivi. Le idee su di noi come insegnanti gli
studenti se le formano interagendo con le opinioni dei compagni, in particolare di quelli
che nella classe contano di più, con gli
opinion leader
. Naturalmente ci sono contesti
più favorevoli e altri più sfavorevoli, però la nostra capacità di controllare, almeno in
parte, la rappresentazione che gli alunni si fanno di noi può incidere notevolmente sulle
nostre chance di essere leader. Il problema allora si sposta sulle possibilità che abbiamo
di controllare l’immagine che forniamo di noi stessi. Un modello molto semplice, che
può facilitare la comprensione di questo problema, è la cosiddetta «finestra di Johari»
(figura 1), creata negli anni Cinquanta da due psicologi americani, Joseph Luft e Harry
Ingham, durante le loro ricerche sulle dinamiche di gruppo.
Naturalmente le dimensioni delle quattro aree possono variare. Ciò dipende da
quanto vogliamo — o possiamo — svelare o tenere nascosto sul nostro conto. Le per-
sone molto riservate avranno un Io privato molto esteso togliendo spazio all’Io aperto,
L’ARENA
(Io aperto)
IL PUNTO CIECO
(Io inconsapevole)
LA FACCIATA
(Io privato)
L’IGNOTO
(Io inconscio)
IO SO di me
IO NON SO di me
GLI ALTRI
SANNO di me
GLI ALTRI NON
SANNO di me
Fig. 1
La finestra di Johari.
© Edizioni Erickson
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