Dispersione scolastica e politiche per il successo formativo
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luogo di incubazione delle varie forme di incertezza e disagio, porti gli
attori della formazione ad accompagnare le transizioni dalla scuola al
lavoro, senza perdere di vista l’obiettivo del mantenimento (e se possibile
dello sviluppo) del capitale umano, che, una volta speso nel mercato del
lavoro, cioè «trasformato» da domanda formativa a offerta di lavoro,
deve continuare a migliorare la qualità e l’innovazione dei processi pro-
duttivi, modellando in questa direzione la domanda di lavoro, che esige
livelli sempre più alti di istruzione da parte dei neoassunti. Il ruolo della
formazione scolastica non può dunque esaurirsi nella fase prelavorativa
ma deve produrre, se vuol dirsi efficace, una connessione costante tra
mondo produttivo e capacità analitica dei soggetti che compongono la
forza lavoro.
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Come ben si esprime Corsini (2008, p. 24), «lo svilupparsi della società della conoscenza rende impre-
scindibile la più ampia diffusione della razionalità e della capacità di analisi nonché una padronanza
dei modelli conoscitivi che solo l’approfondimento scolastico formalizzato può dare».