L’approccio teorico della sociologia dell’educazione
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stribuzioni disuguali tra cittadini a loro volta disuguali, l’equità non dipende
solo da quanto e come l’istruzione viene offerta, ma anche dalla capacità
dei singoli di utilizzarla a proprio vantaggio, ossia per assicurarsi un grado
soggettivamente accettabile di benessere inteso come partecipazione tra
uguali a un contesto sociale comune.
L’istruzione allora non rappresenta tanto un «bene dovuto» da qualcuno
che lo possiede (lo Stato) a qualcun altro che non ce l’ha (il cittadino), ma
piuttosto una chance (Dahrendorf, 1981; 2003)
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disponibile a tutti, a patto
che la si sappia riconoscere e si sappia come utilizzarne il valore materiale e
simbolico.
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L’equità si realizza, secondo tale concezione, nel momento in
cui l’offerta di opportunità si incontra — in un singolo caso, nella media o
nella totalità dei soggetti—con la percezione soggettiva corrispondente, che
«fa funzionare» il valore della risorsa ricevuta nelle modalità contestualizzate
che la definiscono.
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In questa visione, come sostiene Benadusi (2006a, p. 30), l’equità tende
a sganciarsi dall’uniformità, in quanto «il passaggio dai beni alle capacità
varia inmodo sostanziale da persona a persona e l’uguaglianza dei primi può
essere distante dall’uguaglianza delle ultime» (Sen, 2001, p. 90). Inoltre, il
sistema delle opportunità, per essere equo, dovrebbe prendere in carico i
singoli al di là delle soglie minime garantite, prestando attenzione alle dif-
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Il termine è ripreso, fra gli altri, anche da Weber (1968, cap. III), che intendeva le chance di vita
come strumenti che l’individuo può avere a disposizione entro i processi di lotta e selezione tra gli
individui, in ambito sociale ed economico, allo scopo anzitutto di sopravvivenza. Dahrendorf con-
divide solo una parte del concetto, ossia l’idea di chance non tanto come occasione per sopravvivere,
quanto come potenziale di pienezza umana. Le chance, insieme alle norme (che danno loro una forma
istituzionale), sono lo strumento che l’individuo libero ha a disposizione per muoversi nella società in
maniera ottimale. Non sono attributi individuali, ma elementi messi a disposizione dei soggetti, che
sono chiamati a reagire di fronte ad essi in maniera libera: «Nella loro esistenza sociale gli individui
hanno
chance
di vita: possono portarle a compimento o farle a pezzi, ma la loro vita è una risposta
a queste chance. Le chance di vita sono forme. Possono essere troppo grandi per uno e stimolarlo a
espandersi e a crescere, possono essere troppo limitate e stimolarlo a opporre resistenza» (Dahrendorf,
1981, pp. 40-41). Le chance di vita inoltre «sono funzione di due elementi: le
opzioni
e le
legature,
che, indipendentemente le une dalle altre, possono variare e, nella loro specifica combinazione, co-
stituiscono le chance che informano la vita degli uomini nella società» (Dahrendorf, 1981, p. 41). Le
opzioni rappresentano occasioni di scelta, alternative che le strutture sociali mettono a disposizione,
e sono di due tipi: i diritti positivi
(entitlements)
e le concrete misure di appoggio a disposizione del
soggetto
(provisions)
.
10
Si richiama qui il concetto di «istruzione come rischio e come chance» di Besozzi (2006a).
11
Si richiama qui il concetto di «capacità di funzionamento» di Sen (1994, p. 63).