L’approccio teorico della sociologia dell’educazione
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attraverso la scuola. Tra gli effetti attesi dell’azione educativa istituziona-
lizzata, secondo Meyer (2006), vi è infatti l’educazione delle masse, che
comporta «l’universalizzazione della realtà collettiva», ossia la capacità di
estendere ai cittadini le medesime nozioni. Lo scopo è creare una cultura
nazionale, fatta di oggetti comuni a tutti e dati per scontati nella vita quo-
tidiana, e un’appartenenza nazionale, cioè provvedere in forma organizzata
e condivisa all’accoglienza dei nuovi membri nella comunità. Così facendo,
secondo il sociologo istituzionalista, si ottengono due conseguenze tra loro
contrastanti: si realizza l’uguaglianza tra i cittadini ma al contempo si allarga
il controllo sociale attraverso la cultura, ossia si stabiliscono condizioni per
cui — dovendo sottostare a trattamenti simili — i cittadini vengono posti
al vaglio di un’autorità superiore, che può estenderne/limitarne la capacità
e la libertà di azione. Scrive Meyer (2006, p. 252):
L’educazione delle masse apre certamente nuove possibilità per i cittadini,
in particolare quella di esigere dalla società una maggiore uguaglianza. Ma nello
stesso tempo, ridefinendo gli individui come membri subordinati responsabili
(e agenti) dell’organizzazione statale, apre loro nuovi canali di controllo e
manipolazione.
Fin dall’avvento della scuola di massa, pertanto, le politiche di scola-
rizzazione hanno avuto a che fare con una serie di dilemmi scaturiti dalla
presenza di un’eterogeneità di interessi rappresentati nell’istituzione scolastica,
dilemmi affrontati con misure e riforme diversamente ispirate ai valori in
gioco
1
e alle varie prospettive normative.
2
Secondo Besozzi (2006c, pp. 166
ss.), i tre dilemmi fondamentali dei sistemi educativi moderni sono:
1. quello tra
selezione e socializzazione,
in cui si deve optare tra apertura
e chiusura degli accessi ai diversi gradi di istruzione tenuto conto delle
origini sociali degli allievi e della desiderabilità dei titoli di studio;
2. quello tra
uguaglianza e selezione,
ossia tra l’affermazione dell’istruzione
come diritto universale, che implica un’offerta di formazione di pari
1
Dubet (2004) sostiene che nella scuola operano tre valori antagonistici: uguaglianza, merito e rispetto,
formando un «trilemma» insanabile.
2
Benadusi e il Gruppo Europeo di Ricerca sull’Equità dei Sistemi Educativi (GERESE, 2003) hanno
classificato almeno quattro prospettive normative differenti nella gestione dell’uguaglianza delle
opportunità educative: meritocrazia pura, uguale trattamento, uguaglianza interindividuale e soglia
minima, uguaglianza tra i gruppi e vantaggi per gli svantaggiati.