Dispersione scolastica e politiche per il successo formativo
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dare al fenomeno nella sua globalità e complessità, senza frammentazioni
disciplinari e ottiche miopi: essa «ricompone l’unitarietà degli studenti, che
sono percepiti come soggetti che si formano e lavorano per tutto l’arco della
vita superando il tempo e lo spazio scolastico» (MPI, 2000, p. 33).
È il concetto stesso di
successo formativo
a essere inteso in senso allargato;
esso non coincide con il successo scolastico ma semmai lo ricomprende.
Le diverse prospettive nazionali presenti nello scenario europeo parlano di
successo formativo in termini di: pieno
sviluppo delle potenzialità dell’in-
dividuo, oppure in relazione alla continuità con le esigenze della società e
del mercato del lavoro o, infine, in base ai risultati della selezione scolastica
e dei criteri e livelli definiti per la valutazione del capitale umano. Secondo
Bramanti e Scarpinato (2006, p. 28), è ormai assodato che la definizione di
successo scolastico come «conclusione dell’iter di studi nei tempi previsti,
con una valutazione adeguata e una apprezzabile valutazione finale» mostra
il suo limite, poiché non riesce a rendere conto del «più vasto percorso di
formazione finalizzato al pieno inserimento del ragazzo nella vita collettiva
e alla realizzazione di un buon capitale umano». In tal senso, proponen-
do un idealtipo basato sull’intersezione tra successo scolastico e successo
formativo (che esclude sia la sovrapposizione sia l’inclusione del primo nel
secondo), gli autori fanno rientrare nel successo formativo, oltre al sapere
scolastico, un «sapere vivo» coltivato nei contesti extrascolastici: attività
professionalizzanti, attività trasversali, attività preventive e di benessere
(Bramanti e Scarpinato, 2006, p. 30).
Più in generale, possiamo affermare allora che
il successo formativo non
rappresenta una soglia da superare ma un processo virtuoso da innescare e uno
stato da raggiungere con vari mezzi,
ad esempio
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attraverso:
• il raggiungimento del titolo di studio finale;
• la decisione di non abbandonare gli studi;
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Come risulta da indagini empiriche su soggetti a rischio di esclusione e di fallimenti educativi. Una
ricerca, promossa dalla Regione Lombardia—DG Istruzione Formazione e Lavoro (Galdus Soc. Coop.
e Regione Lombardia, 2007), ha studiato una casistica variegata di 24 percorsi formativi di successo
che hanno interessato giovani stranieri inseriti in attività didattiche, socioeducative e professionalizzanti
in Lombardia: ne è scaturito un modello di intervento che ridefinisce il successo formativo non più
solo come acquisizione di titoli di studio o completamento di percorsi, ma anche come inserimento
sociale, accesso al lavoro, rimotivazione allo studio, miglioramento delle performance scolastiche,
formulazione realistica di un piano di vita (si veda Colombo M., 2007c).
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