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Maschi contro femmine?
Gli stereotipi vengono trasmessi e accolti spesso in modo inconsapevole, è
quindi importante capire come funziona il meccanismo di trasmissione per poter
cambiare i contenuti dei messaggi educativi.
Con i bambini e le bambine diventa allora vitale trovare modi di smontare e
rimontare tali matrici per liberare l’energia necessaria a percorsi originali, svincolati
dai cliché e forti della specificità dei due sessi e delle caratteristiche personali di
ciascun bambino e bambina.
Non è l’essere maschio o femmina che facilita/pregiudica la possibilità di
diventare un astronauta, ma il ruolo attribuito ai due sessi: il genere è soprattutto
ciò che le persone fanno nelle interazioni sociali a prescindere dal sesso biologico.
L’identità di genere (essere maschio, essere femmina) si struttura sempre
all’interno di una relazione. Infatti potete vedere che quando un bambino o una
bambina giocano da soli possono essere più liberi nello scegliere i giocattoli mentre
se sono insieme ad altri di sicuro scelgono il gioco o il giocattolo più conforme al
loro genere di appartenenza.
Un cliché, per esempio, è il pensiero che le questioni di genere riguardino
le donne o le questioni di razza riguardano i neri; si tende cioè a pensare che la
questione in oggetto riguardi la parte debole, da tutelare, fragile, malata e non la
relazione tra due parti.
Le questioni di genere non riguardano le donne, ma la relazione tra uomini
e donne.
Il difficile equilibrio che si dovrebbe raggiungere è proprio quello di tenere
insieme uguaglianze e differenze perché nessuna delle due da sola è sufficiente.
La pedagogia dell’uguaglianza, cioè del garantire a tutti pari diritti perché
a tutti sono offerte pari opportunità, è una pedagogia che schiaccia la riflessione
sulla dimensione del diritto che per essere uguale per tutti deve essere diverso per
ciascuno. Offrire un mela a tutti rende qualcuno felice (se ti piacciono le mele) e
qualcuno triste (se ti aspettavi un’albicocca); così l’uguaglianza non è uguale e
non tutti hanno la stessa opportunità di essere felici.
Le attività presentate nel libro si propongono come strumenti offerti al mondo
scolastico per valutare il punto in cui siamo oggi e per riuscire a costruire percorsi
relazionali alternativi che valorizzino le differenze, sfruttando la naturale curiosità
e voglia di sperimentare del/della bambino/a nel suo incontro con l’altro.
Bambine e bambini dovrebbero esseremessi nelle condizioni di poter esplorare
e sviluppare liberamente gusti, interessi, abilità, modalità di gioco e di relazione,
perché come ci ricorda Lipperini (2007) «difendendo le bambine diligenti dai
maschi disturbatori, nei primi giochi e all’asilo, si condanneranno entrambi».
PAROLE CHIAVE
IDeNTITÀ SeSSUale: l’appartenenza biologica al sesso maschile o femminile
determinata dai cromosomi sessuali.
IDeNTITÀ DI GeNeRe: rappresentazione emotiva di sé come maschio/femmina
e ciò che mi è potenzialmente possibile come maschio/femmina.
© Edizioni Erickson
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