La gestione del gruppo infantile
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trazione nei bambini, sia per aiutarli a esprimere le loro emozioni, sia per
aiutarli semplicemente a sfogarsi (A ‘nanda Paramita’, 2005; Stiefenhofer,
2004). Riuscire a programmare una giornata dove vi sia un intercalare dei
varimomenti sarebbemolto importante, e sarebbe poi utile aggiungere un’os-
servazione di quello che accade. Le osservazioni sono una fondamentale e
ricchissima fonte di apprendimento per l’educatore che a partire da quello
che vede recupera importanti informazioni per svolgere appieno il proprio
compito di regia educativa.
La soggettività dell’educatore
Tra le difficoltà che si vivono nel gestire un gruppo di bambini piccoli
svolge un ruolo determinante l’educatore o l’educatrice: le ansie, i timori, i
vissuti personali, le aspettative, le prescrizioni spesso impossibili che uno si
pone. Tra queste ultime, le più diffuse sono:
1. riuscireamantenere sempre il silenzio(magari consentendocomportamenti
selvaggi durante il gioco libero in salone);
2. pretendere una presunta armonia (eliminando ogni litigio);
3. farsi ubbidire (perseguendo l’idealedi giustizia chedivide il gruppo inbuoni
e cattivi);
4. riempire gli spazi di attività (cedendo all’ansia di non saper cosa fare e non
consentendo così ai bambini uno spazio d’ozio);
5. pretendere di avere tutto sotto controllo (confondendo la programmazione
e la predisposizione di materiali e attività con il risultato raggiunto).
Contro queste tentazioni è importante cambiare prospettiva, conceden-
dosi di scoprire, assieme ai bambini, che la convivenza può nascere, in modo
sostenibile, soprattutto a partire dalla considerazione di sé; che gli adulti, come
figure normative nuove, danno sicurezza e aiutano a crescere; che il rispetto
degli altri scaturisce dall’esperienza di essere rispettati.
L’educatore competente è colui che conosce i propri limiti e pertanto
ne sa tener conto, colui che senza voler riportare qualsiasi esperienza nuova
a quella degli anni passati sa che può essere sufficientemente buono, come il
«buon» Donald Winnicott vorrebbe sentirgli dire, con il suo nuovo gruppo
di piccoli.
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