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Litigare per crescere
dalla relazionecon il propriocorpofinoadarrivarealla relazionecon i compagni
e con gli educatori. Ogni bambino ha bisogno di fare quelle esperienze che
risultano una scoperta per sé, e per ogni bambino questo processo avviene in
modo individuale. Il compagno di giochi ha magari già fatto una determinata
esperienza,ma lui ha ancorabisognodi farla: l’apprendimentoè allora scoperta
e utilizzo individuale della scoperta fatta.
Difficoltà e risorse
Le principali difficoltà che si incontrano oggi nella gestione di un gruppo
nella scuola dell’infanzia sono soprattutto quattro:
1. il mancato rispetto delle regole;
2. il mancato rispetto reciproco tra bambini e la gestione dell’aggressività tra
pari e con l’adulto;
3. l’aspettativa esagerata da parte del mondo adulto;
4. il poco movimento fisico.
Il mancato rispetto delle regole
Una delle fatiche dell’educatore della scuola dell’infanzia è riuscire a es-
sere sufficientemente normativo in un contesto dove la flessibilità deve essere
predominante. La regola, come ci ricorda Daniele Novara (2009, pp. 76-81),
non è e non deve essere un comando: favorire allora un contesto in cui bam-
bini e bambine possano riconoscere il senso del limite e quindi della norma è
molto importante. In genere i bambini di oggi, come si ricordava prima, non
sono abituati alla normatività, tendono a voler prevalere sull’adulto e, visto
quel tipo di imprinting, anche sul compagno/compagna.
Garantire una sufficiente fermezza nella richiesta del rispetto della regola
risulta pertanto importante prima di tutto per la costruzione dell’autonomia
del bambino. Il bambino piccolo è portato a tastare il terreno, a fare le prove
tecniche per vedere fin dove può arrivare nella sfida con l’adulto, ma è anche
capacedi rispettare lanormaperché la senteappartenentea se stesso. Il bambino
tende a chiedere la norma, si sente maggiormente sicuro se vede definito un
confine. Certamenteperòaquesta età lanormanonva sanzionata: èpreferibile
aiutare i bambini a comprenderla e a sperimentarsi.
L’efficacia di un approccio di questo tipo dipende molto dall’esperienza
che l’adulto ha vissuto nella sua storia educativa, dall’educazione ricevuta e
dalle idee che ha maturato sui bambini e sull’infanzia in generale. Da quanto
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