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Didattica per competenze
certificato non di partecipazione ma di competenza (
certificate of competency;
Neil, 1978, p. 17).
La prima cosa che intendo sottolineare è che, di fronte al tema nascente
della competenza, sentito anche come provocatorio, gli amministratori delle
scuole avvertono il bisognodi un approfondimentoorganico con l’impegnodi
affrontare i problemi di innovazione che questa scelta comporta. La seconda
riguarda il contenuto formativoe lanuova figuradi cittadino responsabiledella
sua vita personale ma anche della dimensione sociale.
Sono trascorsi diversi anni da allora e, pur cambiando ambiente, alcuni
elementi di analisi e di riflessione sono ancora gli stessi. Appare utile a questo
scopo l’esempiodi un’esperienza francese pubblicata dall’UNESCO, dal titolo
La compétence comme organisateur des programmes de formation revisitée, ou
la necessité de passer de ce concept a celui de «l’agir compétente»
(UNESCO/
International Bureau of Education, 2006)
.
Dopo avere affermato l’importanza della competenza e constatato che
non si è ancora fatto nulla per avviare questo processo di trasformazione e
che, soprattutto, non ha ancora preso corpo una
théorie des compétences
3
che
possa fornire un sostegno teorico a questo movimento, gli autori passano in
rassegna le varie posizioni arrivando alla conclusione che dagli anni Settanta
a oggi si sono consolidate forme didattiche che sembrano ormai appartenere
a un modello superato o comunque limitato rispetto alle esigenze educative
dello sviluppo personale e sociale.
La proposta avanzata dal gruppo, artefice di una sperimentazione
nel continente africano che ha dato buoni risultati, può essere sintetizzata
nell’espressione ripetuta più volte nel rapporto e presente nello stesso titolo:
«l’agire competente». La base di quest’affermazione è il concetto di situa-
zione: un «approccio situato» fa necessariamente entrare dentro la scuola la
vita quotidiana di coloro che devono apprendere. Si tratta di descrivere l’agire
competente della persona in un dato vissuto ambientale e, attraverso questo,
sviluppare un approccio contestualizzato della competenza. Di conseguenza,
essa deve essere situata e ben ancorata alla situazione: è attraverso le attività
che l’agire in situazione richiede che si costruisca la competenza.
La tesi non è nuova, anche se gli autori oggi la collocano in un contesto
psicologico diverso rispetto al passato, quello afferente alla cognitività so-
ciocostruttivista; la base culturale è quindi più specifica e giustifica l’idea di
portare la situazione in classe. Con una visione epistemologica più articolata
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«Une véritable théorie des compétences en éducation est encore à bâtir» (UNESCO/International
Bureau of Education, 2006, p. 9).
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