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L
E MIGLIORI
PROPOSTE OPERATIVE
SU
… R
ELAZIONI
E
COOPERAZIONE
FRA
PARI
per ricombinarle o inventarne di nuove (anagrammi, sciarade, acrostici,
ecc.), a scoprire i doppi sensi degli enunciati, i nonsensi, a sviluppare abilità
cognitive, metacognitive e di attenzione sul compito, ad allontanarsi dagli
automatismi e dall’uso funzionale del linguaggio verbale per diventare
fruitori creativi delle parole.
Promuovere un clima democratico cooperativo
Una delle critiche più frequenti rivolte alla scuola è quella di accentuare
la competizione individuale tra gli studenti a scapito della collaborazione
di gruppo. Da qualche anno, tuttavia, si sta sviluppando un nuovo modo di
insegnare e di imparare che nasce dalla didattica metacognitiva e che si fonda
sul principio della cooperazione. Questo tipo di apprendimento, basato sul
rapporto interpersonale nell’apprendimento, si chiama appunto cooperativo
(cooperative learning)
e viene definito come «piccoli gruppi in cui gli studenti
lavorano insieme per migliorare reciprocamente il loro apprendimento» ( Jo-
hnson, Johnson e Holubec, 1996).
Si tratta di una metodologia didattica piuttosto nuova e ancora poco
diffusa nella realtà italiana, mentre in ambito anglosassone la ricerca e la spe-
rimentazione sono fiorenti già da anni.
I gruppi di lavorosonocomposti generalmenteda4-6alunni che si aiutano
reciprocamente spiegandosi l’un l’altro le strategie, correggendosi a vicenda
gli esercizi, valutando e discutendo insieme i risultati e l’andamento di quan-
to stanno facendo. Siccome la capacità di collaborare e lavorare insieme non
compare spontaneamente negli alunni, è importante che all’inizio essa venga
incentivata con lodi e/o riconoscimenti tangibili (motivazione estrinseca) per
poi gradualmente lasciare il posto all’autogratificazione (motivazione intrin-
seca) (Miato, 1997a, pp. 8-12).
Lo stesso Vygotskij, quando sosteneva che «ciò che i bambini sanno fare
insiemeoggi, domani sapranno farloda soli»(Vygotskij, 1934), intendevadire
che i bambini imparanomoltodi più tra loroe interiorizzano funzioni cognitive
complesse che gradualmente cercanodi far proprie aiutandosi reciprocamente
(magari con compagni un po’ più capaci), spiegandosi a vicenda le strategie e
usando un linguaggio tra pari (comunque diverso qualitativamente da quello
dell’insegnante o di un qualsiasi altro adulto).
In tale contesto, quindi, risulta necessaria una professionalità docente le
cui peculiarità si configuranonellamediazionedei contenuti di apprendimento
(il
come
apprendere piuttosto che il
che cosa
apprendere), nelle modalità di
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