C
REATIVITÀ
E
LAVORO DI
GRUPPO
:
UNA
PROPOSTA DIDATTICA
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relazione con gli alunni, considerati come soggetti attivi del proprio apprendi-
mento, nella capacità di guidare costruttivi e produttivi rapporti interpersonali
all’internodel gruppodi apprendimento (Dixon-Krauss, 1998;Gardin, Azzini
e Verri, 1997).
Una delle prime cose che si possono fare per organizzare una classe
cooperativa è disporre i banchi a gruppi di 3 o 4, in modo che ci sia un’inte-
razione diretta faccia a faccia tra alunni. Occorre essere consapevoli che, per
creare un clima cooperativo, ci vuole tempo sia per i ragazzi che per i docenti.
Non basta, infatti, predisporre gli alunni in gruppo per creare aiuto reciproco
e interdipendenza positiva. È per questo motivo che il passaggio verso l’ap-
prendimento cooperativo dovrebbe avvenire gradualmente (Sharan e Sharan,
1998). Con il tempo e la pratica, gli alunni acquistano fiducia nelle proprie
capacità di lavorare insieme e gli insegnanti abilità nel diventare facilitatori
dell’apprendimento cooperativo.
Innanzituttoè indispensabile l’adesione convinta alla filosofia cooperativa
da parte dell’insegnante, che dovrà, prima ancora di insegnare ai ragazzi a la-
vorare in gruppo, creare un clima di classe che favorisca la conoscenza e l’aiuto
reciproco, il rispetto per le diversità, nonché uno stato di benessere emotivo
all’interno della classe. È stato ampiamente dimostrato come un’eccessiva
ansia, la paura di sbagliare e di fare brutte figure interferiscano negativamente
con l’apprendimento e danneggino la prestazione dell’alunno. Emozioni e
atteggiamenti negativi — quali comportamenti di derisione, di impulsività
e aggressività o di eccessiva ansia sociale — deteriorano inevitabilmente il
clima di classe.
Gli alunni devono imparare gradualmente a convivere in modo interat-
tivo, rispettando le opinioni altrui e proponendo le proprie in modo chiaro
e pacato. Parlando, spesso si chiariscono le proprie idee, si confrontano con
quelle degli altri, si trovano i punti di forza e quelli di debolezza, si modificano
fino a costruire un’idea condivisa da tutti (co-costruzione della conoscenza).
Inoltre, la comunicazione tra pari in piccoli gruppi risulta essere più efficace
di quella tra insegnanti e alunni.
Per arrivare a questi risultati, occorre che gli insegnanti diano l’esempio,
facendo vedere concretamente come una discussione possa diventare pro-
duttiva ed efficace
(modeling)
(Miato, 1997b, pp. 9-15; Sullivan Palincsar e
Brown, 1989, pp. 103-114). La prima regola da seguire sta nel non giudicare
e valutare continuamente ciò che viene detto; la seconda nell’incoraggiare
tutti a esprimere ciò che pensano senza timore di sbagliare e, quindi, di essere
giudicati o censurati (atmosfera di ascolto e di interesse reciproco per tutto
quello che viene detto). Gli alunni vanno anche incoraggiati ad ascoltarsi
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