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MOLECOLA
DEL
CUORE
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con una frettolosa pacca sulla spalla. La nostra proposta si pone la finalità di
formare sistematicamente e consapevolmente, in modo formale e informale,
a vivere l’affettività
.
Rifletteremo, quindi, su quei processi formativi capaci di fare posto al
cuore nella scuola. Questa idea pedagogica assume un doppio significato. Da
un lato vi è la percezione che il cuore, per nulla staccato dalla mente e dall’altro
grande protagonista dimenticato, il corpo, deve acquistare un ruolo pienamente
legittimo nel mondo della scuola. Non si tratta solo di prendere atto della sua
presenza ingombrante, ma di dargli valore e spazio, nella consapevolezza che,
se la scuola si assume il ruolo e la responsabilità di formare le persone, non può
limitarsi a formarne la mente. E comunque è ormai riconosciuto che l’appren-
dimento non è un processo di sviluppo solo della mente, della sfera cognitiva.
Anzi, proprio nello sviluppo cognitivo delle ragazze e dei ragazzi, delle bambine
e dei bambini l’affettività gioca un ruolo importante, se non fondamentale. Sen-
tirsi sicuri, accettati, in generale avere uno stato d’animo di benessere a scuola
facilita l’apprendimento. Il cuore va a scuola, dunque: vi trova un posto poiché
ne viene riconosciuta l’importanza per i processi di apprendimento, ma anche
per lo sviluppo personale e psicologico di bambine e bambini, ragazze e ragazzi
nell’ottica delle formazione dell’intera persona e non solo della sua testa, della
sua dimensione logico-razionale.
Dall’altro lato vi è anche la convinzione, ampiamente discussa nel secondo
capitolo, che l’affettività possa essere imparata e che in essa vi sia molta cogni-
zione, molto pensiero. Affettività non è istinto: questo dovrebbe risultare evidente
dopo aver trattato la distinzione fra emozione, stato d’animo e sentimento.
Istintive sono le emozioni nel loro senso più stretto di risposta emotiva «pura»,
fatta di forti e chiare componenti fisiologiche. Ma, poi, l’uso dei gesti, di molte
espressioni facciali, delle parole, dei colori o anche delle musiche che esprimono
emozioni, stati d’animo o sentimenti mettono in gioco delle competenze, legate
all’affettività, ma anche più generali — cognitive, valoriali, comunicative — che
devono essere sviluppate. Tali competenze sono diverse in ogni cultura e in
essa vengono apprese. È un apprendimento in gran parte
implicito
, che passa
attraverso i modi di ridere e piangere dei papà e delle mamme, i modi di lodare
degli insegnanti o ancora attraverso le storie d’amore che ci racconta la tv o la
rabbia espressa nella musica del momento.
Noi siamo fermamente convinti che, a scuola, vi possa essere anche un
apprendimento
esplicito
della vita affettiva, quindi contrassegnato da finalità
dichiarate che possono essere raggiunte attraverso attività mirate. Questo può
sembrare ovvio per alcuni aspetti della vita affettiva: si pensi ai percorsi di con-
trollo dell’ansia o di gestione della rabbia nel conflitto pubblicati in grande quantità
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