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MOLECOLA
DEL
CUORE
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ritorna. È proprio all’interno di questa idea che pensiamo di poter concepire un
percorso pedagogico che possa contribuire a sviluppare la regolazione della vita
affettiva da parte dei singoli. E non intendiamo qui una regolazione nel senso di
controllo positivo della propria affettività, non solo comunque. Si tratta di fornire
degli strumenti nell’ambito delle tre competenze fondamentali che permettano
un aggiustamento del modo di vivere l’affettività, uno sviluppo creativo verso la
positività e l’autenticità.
Riassumendo, guardando la rappresentazione grafica della molecola del
cuore stiamo davanti alla schematizzazione delle competenze che ogni persona
— bambino o bambina, insegnante, ragazza o ragazzo—possiede, ma sviluppate
a livelli differenti. Nel pensare un’azione pedagogica, si devono in realtà imma-
ginare più molecole che stanno a stretto contatto fra loro. L’insegnamento si
svolge su due piani. Uno dato dall’incontro: le interazioni fra insegnanti e allievi,
ma anche fra coetanei, porta al confronto con modelli di vita affettiva diversi.
Insomma: diverse molecole del cuore si incontrano e si influenzano a vicenda.
Vi è poi l’incontro organizzato nelle situazioni scolastiche programmate con
chiari obiettivi: qui gli insegnanti pongono degli obiettivi — più o meno condivisi
— per lo sviluppo di alcuni specifici aspetti della vita affettiva al fine di mettere
in moto un cambiamento nel modo generale di vivere l’affettività. Siamo qui
nell’ambito di un processo di apprendimento
esplicito
o
intenzionale
ed è qui
che si collocano principalmente le nostre proposte di attività per lo sviluppo dei
singoli atomi-competenza, utilizzate nei contesti formali e/o informali di cui si è
parlato nel terzo capitolo.
Abbiamo voluto schematizzare e sistematizzare il processo del vivere l’af-
fettività. La realtà è molto più complessa, ambigua e ineffabile: ben lo sanno
gli autori che per individuare i tre atomi-competenza hanno fatto un faticoso
lavoro di inclusione ed esclusione delle tante finalità inseguite nei diversi percorsi
di educazione all’affettività analizzati fino a riuscire a raccoglierle in queste tre,
che sono sembrate essere delle «categorie ombrello» sotto le quali raccogliere
concretamente tutte le voci. Proprio la difficoltà di questo processo ci ha convinti
a rinunciare a ogni pretesa di esaustività e completezza. È importante, dunque,
per noi sottolineare come la forma lineare con cui tratteremo la vita affettiva
in questo testo sta al servizio del desiderio di comunicare le nostre riflessioni in
maniera chiara e sistematica alle lettrici e ai lettori. Con tutti gli svantaggi che
porta con sé, la schematizzazione ha anche il grande pregio — e ben lo sanno
gli insegnanti! — di fornire un paio di occhiali attraverso cui guardare la realtà.
Attraverso queste lenti, sarà possibile mettere a fuoco e vedere più chiaramente
e nitidamente la realtà. Speriamo quindi che il nostro modello di «molecola del
cuore» possa fare questo: offrire una chiave di lettura che possa strutturare e
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