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Psicologia dell’educazione
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Vol. 5, n. 1, marzo 2011
sviluppi nuovi interessi nel corso stesso dell’esplorazione dell’ambiente— in questo caso le
conoscenze che possiede gli permetteranno di cogliere elementi salienti o di saperli trattare.
In entrambi i casi, per potersi muovere in modo autonomo ed efficace nel proprio
ambiente di apprendimento, il bambino o il ragazzo dovrà poter regolare il proprio
comportamento.
Piaget attribuiva grande importanza alla scoperta e alla sperimentazione da parte
del bambino, ritenendole tra gli strumenti essenziali per l’acquisizione di consapevo-
lezza metacognitiva e di capacità di autoregolazione cognitiva, insieme all’autonomia
e all’interazione con i pari (Piaget, 2009). In realtà, come già anticipato, si tratta di un
processo ricorsivo, perché la sperimentazione necessita di capacità di autoregolazione e a
sua volta la alimenta. Chiaramente, questo tipo di approccio all’apprendimento parte da
un presupposto teorico di tipo costruttivista che vede i discenti in quanto «costruttori»
non solamente della loro conoscenza, ma anche della comprensione che ne maturano e
dei metodi di autovalutazione che permettono loro di orientarsi (Cook-Sather, 2002).
Nell’apprendimento attraverso la scoperta, il discente si assume la responsabilità della
pianificazione e della realizzazione del proprio apprendimento. Si tratta di una forma di
apprendimento autodiretto caratterizzato dall’iniziativa dell’individuo «nel diagnosticare
le proprie necessità formative, formulare obiettivi, identificare risorse umane o materiali,
scegliere e implementare strategie di apprendimento e valutare gli esiti» (Knowles, 1975,
p. 18).
Nell’analisi dell’apprendimento autodiretto proposta da Candy (1991), le quattro
dimensioni caratterizzanti possono essere lette sia globalmente come processo, sia come
obiettivi di apprendimento:
– autonomia personale:
si tratta di un aspetto di grande rilievo all’interno di questo ap-
proccio. È caratterizzata da indipendenza, libertà di scelta e riflessione e viene anche
considerata uno dei principali obiettivi di apprendimento, in qualunque contesto e a
qualunque età;
– autogestione dell’apprendimento:
si riferisce alla capacità di mettere in atto la propria
autonomia sia sul piano della volontà, sia su quello della capacità di gestione del proprio
apprendimento. Il doppio riferimento alla dimensione sia cognitiva sia motivazionale
richiama le tipiche caratteristiche dell’autoregolazione dell’apprendimento, come de-
finite, per esempio, nel modello di Boekaerts (1996);
– controllo da parte del discente
e
realizzazione indipendente dell’apprendimento:
il primo
aspetto riguarda il controllo delle caratteristiche del contesto di apprendimento, mentre
il secondo pone il focus sulle capacità di autoformazione e sulle occasioni di appren-
dimento non formali.
Per poter regolare in modo adeguato il proprio processo di apprendimento, lo stu-
dente deve in primo luogo credere in se stesso e nelle proprie capacità. Si è detto del
ruolo dell’interesse; a questo, su un piano più motivazionale, si aggiungono l’impor-
tanza di un atteggiamento vincente e l’obiettivo di costruire un bagaglio conoscitivo e
operativo personale
(mastery goal).
Lo studente deve poi essere in grado di articolare in
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