36
Psicologia dell’educazione
Vol. 5, n. 1, marzo 2011
di tempo, rischiando di limitarsi agli aspetti più superficiali del metodo o di portare i
discenti a un’autoreferenzialità che preclude il confronto con punti di vista (scoperte)
diverse dalla propria (Ausubel, 1983).
Tanti modi di «scoprire»
Nell’apprendimento attraverso la scoperta il docente/formatore deve fornire degli
spunti iniziali al discente in termini di informazioni, regole o casi paradigmatici. Quando
lo spunto iniziale è rappresentato da casi o esempi (per apprendimenti relativi all’ambito
delle conoscenze dichiarative), si parla propriamente di
apprendimento basato su casi
(Crosling e Webb, 2002; Wasserman, 1994) o su
esempi pre-elaborati
(Atkinson e Renkl,
2007). Si tratta di un apprendimento che privilegia l’acquisizione di strutture globali
e che assume il caso (o l’esempio) in quanto «organizzatore anticipato», una struttura
cognitiva che fornisce al discente lo schema mentale entro il quale inserire contenuti
più complessi che affronterà successivamente (Ausubel, 1983). Nel caso in cui, invece,
si voglia promuovere un apprendimento rispetto alle conoscenze procedurali, lo spunto
fornito inizialmente potrà riguardare una serie di strategie a disposizione del discente.
In questo caso si realizzerà un
apprendimento attraverso regole
(Ratcliff, 2006), formulate
come istruzioni esplicite su come operare (ad esempio, algoritmi e euristiche), oppure
contenute a livello implicito in schemi pragmatici (ad esempio gli script).
Nell’apprendimento attraverso la scoperta, il docente può anche fornire informazioni
di partenza aperte, ad esempio dei problemi. In questo caso, si parla di
apprendimento
attraverso problemi
(Evenson e Hmelo, 2000), una forma di apprendimento contestua-
lizzato, autodiretto, volto a migliorare la motivazione e la collaborazione, nel quale è
compito del discente trovare in modo autonomo il materiale di lavoro (informazioni,
metodo, ecc.). Si tratta di un apprendimento centrato sul discente, realizzato solitamente
in piccolo gruppo sotto la guida di un tutor che ha il ruolo di facilitatore. Il lavoro muove
da problemi reali, quotidiani, che servono per sviluppare la conoscenza e le competenze
necessarie per risolvere le diverse tipologie di problemi in modo autodiretto. Successiva-
mente, a competenze consolidate, si passa ad affrontaremateriali più tipicamente scolastici.
Secondo i suoi sostenitori, questo metodo migliorerebbe in modo immediato e duraturo
la capacità di applicare la conoscenza, sebbene le conoscenze di base possano risultare
meno sistematiche (Dochy, Segers, Van den Bossche e Gijbels, 2003).
L’apprendimento attraverso la scoperta prevede anche una fase in cui il discente si
confronta con le nuove acquisizioni per selezionarle e validarle. Altre forme di appren-
dimento prevedono che il discente si attivi per elaborare o trovare i propri contenuti da
apprendere: è ad esempio il caso dell’
apprendimento attraverso argomentazione
o attraverso
discussione
(Pontecorvo, 2005; Pontecorvo, Ajello e Zucchermaglio, 2004). Nella prima
situazione, lo studente deve produrre affermazioni valutative e verosimili per sostenere
informazioni che gli sono state fornite dal docente. Nel caso invece della discussione,
l’obiettivo consiste nell’individuare o elaborare nuove affermazioni a partire da altre prece-
© Edizioni Erickson
1,2,3,4,5 7,8,9,10,11,12,13,14,15,...16