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linguaggio e plurilinguismo
In realtà, sarebbe auspicabile ripensare interamente l’idea di
che cosa
è
la lingua sottesa a tutti gli ambienti di apprendimento e in partico-
lare superare la distinzione fra lingua come oggetto di apprendimento
e come veicolo per l’apprendimento. La lingua non può mai essere
fine a se stessa e non può mai essere veramente appresa se non come
strumento che l’apprendente usa per apprendere. Purtroppo secoli di
sviluppo di una certa idea della scolarizzazione, basata quasi esclusiva-
mente sullo studio di discipline, hanno progressivamente consolidato
una forzata
disciplinarizzazione
della lingua. Occorre, però, riconoscere
come vi sia una differenza fondamentale fra il linguaggio, che è una
risorsa per la costruzione del significato, trasversale a tutti i processi
di apprendimento, e le discipline, come la matematica, la storia o la
biologia, che si collocano nelle offerte formative proposte e nei percorsi
costruiti e che dipendono dal linguaggio per lo svolgimento delle loro
prassi culturali. Mentre il sapere di queste discipline si definisce con
riferimento a statuti epistemologici e metodologici che stabiliscono
che tipo di conoscenza si costruisce in una determinata disciplina e
come si procede per elaborarlo e applicarlo, i linguaggi non possiedono
assolutamente lo stesso tipo di statuto.
La lingua non va confusa con la
linguistica
, né con la
fonologia
o
con la
grammatica
. Ogni lingua possiede una sua fonologia e una sua
grammatica, ma queste sono due dei suoi meronimi, due componenti
del suo
essere
lingua. Un ambiente di apprendimento deve caratterizzarsi
soprattutto per come l’
essere
e il
fare
della lingua si intersecano e si
alimentano a vicenda. Come tutti i linguaggi, la lingua andrebbe
de-
disciplinarizzata
. Ciò non significa assolutamente negare l’importanza
della riflessione sulla lingua e dello sviluppo della consapevolezza lingui-
stica, né che questi non possano attingere a fonti come studi linguistici
o grammatiche descrittive. Anzi, si tratta di conferire alla lingua il suo
vero
status
di condizione essenziale della vita e dell’apprendimento,
renderla pienamente co-protagonista, insieme all’apprendente, di un
processo di costruzione di competenze, di esplicitazione del processo
in corso e di se stessa come strumento, di realizzare un ambiente in
cui ognuno si definisce
plurilinguisticamente,
un ambiente multilingue
capace di promuovere una competenza plurilingue.
Naturalmente si pone la questione di quante e quali lingue dovreb-
bero caratterizzare l’ambientemultilingue e fare parte della competenza
plurilingue dei suoi apprendenti. La risposta non può prescindere dal
bisogno di concepire e costruire un processo formativo basato su un
sistema integrato di agenzie e offerte formative che promuove l’appren-
dimento lungo l’intero arco della vita. Se questo sistema è caratterizzato
da unitarietà e progressività e prevede cicli basati su asili nido, scuole
dell’infanzia, scuole primarie e secondarie fino a 18 anni di età e, in
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