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linguaggio e plurilinguismo
discipline. All’interno della stessa lezione ci potrebbe essere una prima
fase di lavoro di gruppo con una ricerca di informazioni contenute in
un ventaglio di documenti scritti in più lingue (durante la quale la
lingua dell’interazione può essere libera o soggetta a contratto), seguita
da una discussione plenaria e raccolta di informazioni nella lingua
madre e poi dall’elaborazione di una mappa concettuale e/o sintesi in
un’altra lingua.
Sovente, quando si osserva un gruppo che usa una seconda o una
terza lingua per lavorare su determinati contenuti in attività che pre-
vedono schede da completare in base a vari testi scritti da consultare,
si nota come, mentre gli apprendenti gradualmente si addentrano nelle
attività, vi sia una maggiore tendenza a incorporare più elementi di
quella lingua e meno della loro prima lingua, anche se permangono
sia il cambiamento sia la mescolanza di codici diversi come naturali
strategie comunicative. In questo modo, si può costatare l’importanza
della permanenza della forma scritta del linguaggio. Ci si torna sopra
per riflettere e gradualmente si incorporano nuovi elementi lessicali e
nuove strutture nel proprio bagaglio ricettivo e produttivo.
In qualsiasi ambiente di apprendimento, si possono distinguere due
usi diversi per cui la lingua viene impiegata nelle attività. Da una parte,
la lingua può svolgere un ruolo
ausiliare,
nel senso che accompagna
l’attività, permettendo l’interazione e facilitando l’azione, ad esempio,
quando si fa un esperimento o una ricerca, oppure quando si elabora
un prodotto come un plastico o un poster. D’altra parte, spesso l’uso
della lingua
è
l’attività stessa. Si parla, si scrive, si spiega, si discute,
ecc., tutto è lingua, perché essa non svolge un ruolo ausiliare all’azione.
Occorre riconoscere che questo secondo tipo di uso della lingua è più
impegnativo sul piano della relazione fra linguaggio e cognizione. In
base alla lingua impiegata e i livelli di competenza comunicativa rag-
giunti in quella lingua, sarà sempre molto importante scegliere attività
appropriate, privilegiando un ruolo ausiliare per le lingue con livelli
più bassi di competenza fino a quando non saranno raggiunti livelli
che permettono una partecipazione ad attività unicamente
linguistiche
.
In ogni modo, qualsiasi sia la lingua, un equilibrio fra i due tipi di
utilizzo è sempre auspicabile.
La costruzione di un curricolo volto a promuovere la competenza
plurilingue
Dalle basi etimologiche della parola,
currere
e
currus,
emergono
due elementi costitutivi del concetto di «curricolo». Da
currere
deriva
la parola «correre», l’idea di «percorrere» e dunque di un «percorso»,
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