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Mano a mano che la situazione di distress si cronicizza, si passa
ad alterazioni nella capacità di apprendimento, nella memoria
e nella presa di decisioni: si può perdere facilmente la concen-
trazione, dimenticare dettagli importanti, essere mentalmente
confusi e indecisi.
Spesso si presentano pensieri disfunzionali: si possono
esagerare gli eventi, ci si può concentrare selettivamente sugli
aspetti negativi delle situazioni, si possono fare previsioni o si
può giungere a conclusioni in assenza di dati sicuri e valutare
irrazionalmente il significato di certi eventi stressanti, finendo
per provocare reazioni emotive più negative e intense di quanto
sia giustificato dalla situazione.
È risaputo che, quando ci si sente estremamente stressati
nei riguardi di un evento, è molto difficile analizzare in ma-
niera obiettiva la situazione e trovare la soluzione migliore per
fronteggiarla.
Quando si trovano ad avere a che fare con fattori stressanti,
le persone reagiscono di solito o con metodi di
azione indiretta
o con metodi di
azione diretta
.
I metodi di azione diretta implicano fare qualcosa per
modificare i fattori stressanti o per fronteggiare le proprie re-
azioni emotive allo stress: ad esempio, usare una delle proprie
abilità di fronteggiamento, come l’assertività, il rilassamento,
l’esercizio fisico e la modificazione degli atteggiamenti, oppure
ricercare sostegno esterno.
I metodi di azione indiretta consistono, invece, nel fare ben
poco per controllare la situazione o le proprie reazioni emoti-
ve: ad esempio, ignorando la situazione e adottando tecniche
palliative per eludere o mitigare i suoi effetti.
Le reazioni negative nella sfera comportamentale com-
promettono ulteriormente la qualità della vita, mantenendo e
aggravando il circolo vizioso del distress, e per questo si pos-
sono mettere in atto comportamenti potenzialmente dannosi
o controproducenti.
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